Molte sono le problematiche sollevate nella riunione tenutasi alla galleria Toledo, ognuna degna della massima attenzione, ma oserei dire troppe e molte di esse accompagnate dal rischio di volare troppo alto. E poiché l’iniziativa di “Segnalidifumo” dovrebbe riguardare principalmente la questione napoletana, è opportuno inquadrare prima di tutto il campo di azione, il terreno su cui muoversi, cioè: N A P O L I
Come cittadini dovremmo occuparci e preoccuparci di svolgere correttamente i nostrii doveri civici e di esercitare i nostri diritti nei limiti in cui tale esercizio non vada a ledere un diritto altrui. Oggi, di fronte all’evidente crisi che la democrazia rappresentativa sta attraversando nel nostro paese ed alla evidente cattiva gestione del territorio da parte degli amministratori locali, in particolare in Campania e a Napoli, ci rendiamo conto che dobbiamo cominciare ad occuparci e preoccuparci anche di come i nostri rappresentanti esercitano il potere da noi a loro delegato e magari di sostituirci a loro, in alcuni casi.
Le opzioni che abbiamo non sono molte: 1) Sperare che una potente epidemia di onestà, efficienza e capacità contagi politici, amministratori, esponenti di partiti, magistrati, imprenditori, professionisti, sindacalisti ecc.; (neanche Padre Alex, secondo me riesce, a pregare per un miracolo del genere, tanto sarebbe “miracoloso”). 2) Sperare e lavorare allo scopo di individuare nel breve periodo elementi sui quali puntare, perché ci rappresentino in modo degno e funzionale, una volta eletti; (lo scenario di desolazione intellettuale e morale che ci circonda ci fa capire che non è cosa facile ottenere una nuova classe dirigente e politica, immune dai difetti di quella attuale e i tempi sono sicuramente lunghi); 3) Puntare a costituire un sistema se non alternativo, almeno oppositivo all’attuale, attraverso gli istituti della democrazia partecipativa ( purtroppo, è sicuramente lontana nel tempo la reale possibilità di ottenere azioni efficaci attraverso gli istituti di tale tipo, sia per il sostanziale disconoscimento da parte delle Istituzioni degli sforzi che in tal senso sta compiendo il territorio, sia per le oggettive difficoltà di plasmare le istanze della società civile in un contesto organico che sappia interloquire in maniera valida, concreta e fruttuosa con le Istituzioni.
Sicuramente le opzioni 2 e 3 vanno coltivate e oserei dire considerate come un ulteriore nuovo dovere del cittadino; ma a questo proposito “Segnalidifumo” che contributo può e intende dare? Dai discorsi fatti nelle precedenti riunioni è parso di capire che nel nostro movimento non ci sono ambizioni elettorali e neanche volontà di partecipare ad organismi che si ispirano ai principi della carta di Aalborg e della Convenzione di Aarhus. E allora come intendiamo occuparci di N A P O L I ?
L’immagine che Napoli proietta a noi, che l’abitiamo e a chi vi arriva da fuori o segue da fuori quanto avviene in città, è “degrado allo stato puro”, in tutte le sue articolazioni possibili, morali e materiali; degrado, che sappiamo nascere da secoli di dominazioni e sudditanza e che non riusciamo a scrollarci di dosso; ma il perdurare e l’aggravarsi del degrado di Napoli oggi trova la sua causa più evidente nella cattiva amministrazione. Provo a ricordare i primi quattro anni di Bassolino Sindaco e capisco che ho ragione: chi di noi può negare che avevamo ritrovato l’orgoglio di essere “Napoletani” e come quell’orgoglio stava curando i mali della città…………. Troppo bello per durare!!
Partiamo allora, come ha detto Tiziana Iorio, dal degrado, quello della strada dove abitiamo, dove i nostri figli vanno a scuola, dove lavoriamo, dove andiamo a far la spesa; costringiamo l’Amministrazione a funzionare, pretendiamolo!!! Insegniamo ai nostri concittadini a pretendere che l’Amministrazione della città funzioni e ad essere, a loro volta, buoni cittadini, con senso civico e cura della cosa comune (parole sconosciute alla maggior parte dei Napoletani).
Ecco la Proposta che nasce da un'idea di Salvatore Lauria:
A) Per far funzionare l’Amministrazione della città:
Per ciascuna Municipalità di Napoli organizziamo una task force che raccolga le denunce di disservizi da sottoporre ad un pull di professionisti e magistrati che definiscano la strategia amministrativa e/o giudiziaria da seguire per inchiodare l’amministrazione competente alla soluzione del problema denunciato.
B) Per insegnare ai Napoletani cosa vuol dire essere: “cittadini”:
Adottiamo le strade e le piazze: partendo dal “centro storico” portiamo nei negozi, nelle scuole, nei portoni una “campagna di amore” per la strada e la piazza che viviamo ogni giorno, cominciando dal non sporcarla, passando per il pulirla se gli altri sporcano e imbrattano e/o gli spazzini non puliscono e finendo con il renderla più bella e funzionale, donando cestini, posacenere e piante ai “bassi”, ai palazzi ed ai negozi, curando i giardini e le piante che il Comune trascura, piantando fiori dove possibile.
Le risorse umane necessarie per l’ipotesi A) dovrebbero essere:
- Un gruppo di volontari con fotocamera digitale che rilevino direttamente i casi da denunciare o raccolgano le denunce dagli abitanti del quartiere ( ad esempio collocando un’apposita cassetta presso una o più edicole della zona )
- Un gruppo di volontari che selezionino le istanze meritevoli di attenzione (all’inizio quelle con maggiore impatto visivo)
- Un gruppo di volontari “tecnici” che stilino le istanze alla municipalità o ad altra istituzione competente e siano in grado di delineare e seguire l’iter amministrativo e/o giudiziario per la soluzione del fatto denunciato.
Le risorse umane necessarie per l’ipotesi B) dovrebbero essere:
- Un gruppo di volontari che definiscano iniziative di sensibilizzazione degli abitanti di una strada dove ci siano una scuola, dei negozi e abitazioni civili, con coinvolgimento in prima battuta di alunni e professori della scuola per procedere all’”adozione” della strada e successivo coinvolgimento, da parte della scuola, di negozianti ed abitanti: gli interventi potrebbero essere i più vari, ad esempio: pulizia della strada e sensibilizzazione degli utenti di essa al mantenimento “partecipato” di una situazione igienica ed estetica accettabile, con consegna di cestini e posacenere a portoni e negozi (magari anche piante); ripristino di eventuali buche su strada o marciapiede, eliminazione di pali della segnaletica non più utilizzati, di vasi vasetti e piante di privati commercianti che occupano il suolo pubblico messe lì allo solo scopo di non far parcheggiare le auto, verniciatura dei paletti dissuasori dei parcheggi sui marciapiedi (visto che ci devono per forza essere teniamoli almeno in ordine), eliminazione di auto abbandonate allo scopo sia di pulire la strada sotto l’auto che di liberare un posto auto, pulizia di muri, eliminando manifesti apposti illegalmente e/o scritte deturpanti.
- Un tecnico che sappia valutare i costi di eventuali iniziative, in modo da confezionare un progetto con relativo budget
- Un gruppo di aziende, professionisti e cittadini che sostengano il progetto dal punto di vista finanziario, alle quali prospettare la possibilità di una detrazione fiscale collegata al contributo
Per entrambe le iniziative un gruppo di volontari che si occupino di dare risalto attraverso i mezzi di comunicazione raggiungibili alle iniziative intraprese ed agli esiti delle stesse.
Sia A) che B) dovrebbero partire da una prima “Municipalità”, magari già un po’ attiva, con il coinvolgimento delle associazioni già operanti nella zona, per poi allargarsi a macchia d’olio alle altre nove. Sarebbe bello partire da una zona dove attraverso questa iniziativa si possa anche dare un contributo a fasce di popolazione più “esposta” al degrado, per povertà , emarginazione ecc.ecc., ma sarebbe un passo falso, perché prevarrebbe il connotato umanitario dell’operazione. Inizialmente, invece, si dovrebbe puntare a destare l’attenzione di quella parte di cittadini che si sono abituati a vivere nel degrado, indipendentemente dalla loro situazione sociale ed economica: impiegati, professionisti, imprenditori ecc, che essendo più fortunati di altri hanno l’obbligo morale di mettere mezzi ed esperienze, al servizio degli ultimi.
Firmatari:
Carla Orilia
Salvatore Lauria
martedì 20 gennaio 2009
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